70 volte LIBERE. I Gruppi di difesa della donna nella Resistenza civile modenese

Il progetto di ricerca storico-archivistico e documentario avviato in occasione delle iniziative per il 70° della Lotta di Liberazione con l’obiettivo di accrescere le conoscenze e le informazioni relative alla composizione dei Gruppi di Difesa della Donna (GDD) modenesi nati nell’autunno del 1944, è stato principalmente un lavoro di sistematizzazione delle fonti esistenti in una duplice direzione.

Da una parte l’individuazione di profili biografici delle donne che contribuirono alla loro nascita e attività (nominativi delle aderenti, tipologia e la quantità delle azioni compiute, organizzazione nelle diverse zone partigiane). La ricerca è stata realizzata a partire dal fondo della Commissione femminile regionale “Donne e Resistenza” dell’Archivio dell’on. Gina Borellini depositato presso il Centro documentazione donna (338 questionari raccolti nel 1975 in occasione del 30° anniversario della Resistenza e della Liberazione). La compilazione delle schede biografiche delle organizzatrici e aderenti dei GDD della provincia di Modena sono andate ad implementare la banca dati online realizzata dall’Istituto Storico di Modena “Modena 900”, che al momento mappa 77 luoghi della città tra monumenti, cippi, lapidi, sacrari e 452 biografie fra partigiani, militari e civili, rendendo visibili le biografie di 38 partigiane, attive nella Resistenza civile nel Comune di Modena.

L’esito finale del progetto di ricerca è stata la pubblicazione nella Collana editoriale “Storie Differenti” del Centro documentazione donna del volume Pane pace libertà. I gruppi di difesa della donna e per l’assistenza ai combattenti della libertà a Modena (1943-1945) di  Caterina Liotti e Natascia Corsini (aprile 2018).

La ricostruzione della storia dei GDD a Modena è andata a colmare una lacuna storiografica: non esiste una memoria collettiva, un racconto completo nella storiografia e nella pubblicistica non compaiono i GDD se non nella memorialistica, ci sono solo accenni in autobiografie, relazioni e documenti sparsi in vari archivi. L’intento è stato, quindi, quello di ricostruire la nascita e il programma d’azione di questo organismo femminile autonomo: organizzatrici, responsabili e aderenti dei vari comitati di zona; l’attività dei GDD sia quella di agitazione e propaganda sia le azioni vere e proprie attraverso una cronologia di riferimento degli avvenimenti principali (manifestazioni, scioperi, sabotaggi, requisizioni) e una ricostruzione che ripercorre questa storia collettiva attraverso le tappe fondamentali della sua nascita e del suo sviluppo, intrecciando dimensione nazionale e locale.

Di fronte all’esigenza – che si sta sempre più consolidando – di affrontare la storia del Novecento, e specialmente il periodo che va dall’avvento del fascismo alla Liberazione, con un approccio più distaccato e meno celebrativo, esigenza a cui non sfugge la storia che riguarda la presenza femminile nella Resistenza, l’obiettivo del progetto del Centro è stato rivolto anche a precise finalità didattiche. Una sezione del volume è stata pensata come uno strumento didattico, come una proposta per itinerari nelle scuole, che vada ad integrare e colmare le assenze della narrazione storica dei manuali e dei testi scolastici. È importante, infatti, comunicare poi i risultati e gli esiti delle ricerche storiche e il mondo della scuola è senz’altro centrale in questa operazione di comunicazione in quanto principale agenzia educativa.

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